Matrimonio reportage: la mia opinione
Sono venti anni che sono fotografo di matrimoni e che ricevo coppie che vengono a chiedere informazioni nel mio studio; sento spesso chiedere di avere un reportage per il proprio servizio fotografico di matrimonio, i cosiddetti "matrimoni senza pose".
Credo valga la pena di spendere qualche parola per spiegare che il fotoreportage o il reportage fotografico sono una cosa che si addice ai matrimoni, alle nozze, agli sposi, alla cerimonia ed agli invitati solo se fatta con gusto e con intelligenza.
Il reportage o, come detto altrove, fotoreportage, di cui mi sono occupato per anni producendo materiale fotografico per riviste e giornali, prevede di scattare immagini di un evento (sia esso una cerimonia pubblica o una sfilata di personaggi sul tappeto rosso di un teatro) in stile giornalistico, senza alcuna possibilità di entrare in rapporto con chi abbiamo davanti all'obiettivo.
Ma nei matrimoni questo è vero e giusto fino ad un certo punto.
Anzitutto ci sono intere parti della cerimonia in cui il fotografo è un reporter: penso, ad esempio, ai momenti della celebrazione in una chiesa o del matrimonio civile in comune. Le foto nascono secondo il naturale svolgersi dei momenti. Il fotografo è il testimone che racconterà questa storia, Roma sarà lo sfondo.
Altre parti del servizio fotografico è bello che siano in "stile reportage": cioè abbiano tutta la naturalezza e la spontaneità del reportage fotografico di un matrimonio, ma corretti da un tocco di arte nel cercare la luce migliore, l'espressione più giusta, l'attimo più bello.
Infine spesso i futuri sposi mascherano con queste richiesta una paura naturale e assolutamente comprensibile di "stare di fronte all'obiettivo".
In realtà tutto questo appare più rilassante quando si sostituiscono i pensieri con un rapporto umano che viene instaurato con i fotografi incaricati del servizio.
Nessun fuoco di fila di scatti fotorafici, solo attimi di relax nella splendida cornice di Roma con il vostro reporter personale che saprà tirare fuori da voi il meglio, prima ancora che fotograficamente, emotivamente.